In occasione del suo 70° compleanno, Antonello Avallone mette a frutto tutte le sue doti interpretative e  si cimenta con il bellissimo monologo di Baricco da cui è stato tratto il famoso film “La leggenda del pianista sull’Oceano”. Un'interpretazione personalissima, che tocca tutte le emozioni, dal sorriso al pianto, dalla comicità al dramma, dall’ironia al surreale, che conduce lo spettatore nelle sfere più intime dei sentimenti, delle emozioni, attraverso il mito e  la leggenda.
Una leggenda inventata da Baricco che può essere  la metafora della condizione dell’artista, che non sa riconoscersi nei punti di riferimento e negli stili di vita tradizionali, sempre a metà strada tra mondi diversi, capace di parlare solo attraverso la sua arte.


La musica jazz di sottofondo colora fortemente lo spettacolo  diventando spesso travolgente protagonista della storia, immergendo il pubblico in una dimensione nuova  e  sconosciuta.
La storia di un pianista eccezionale, capace di suonare una musica meravigliosa. Il suo nome è Novecento ed è impossibile non esserne rapiti. E’ nato e vissuto sul piroscafo Virginian ed è incapace di scendere ed affrontare la vita sulla terra ferma.
La musica, quella che “suona perché l’oceano è grande e fa paura” è l’intera sua vita. E’ una musica che può suonare attraverso ottantotto tasti, una musica infinita attraverso uno strumento finito. Questa è l’unica musica che Novecento sa suonare. La vita vera è tutta un’altra cosa, tutta un’altra musica…

Uno spettacolo intriso di elementi poetici, capaci di toccare gli animi degli  spettatori. Grande successo di pubblico e di critica.